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Il Regno delle ceneri - Victoria Aveyard

«Non scegliamo il nostro destino, Corayne. Possiamo solo percorrere il sentiero che ci viene mostrato.»

REVIEW PARTY:  Il Regno delle ceneri - Victoria Aveyard


TITOLOIl Regno delle ceneri

AUTRICEVictoria Aveyard

TRAMAUn'oscura presenza si sta facendo largo nel Regno di Allward. La percepisce persino Corayne, figlia della pirata Meliz an-Amarat, che pure è costretta dalla madre a vivere in uno sperduto e tranquillo villaggio sulla costa, mentre sogna un futuro pieno di avventure per mare. Quel che Corayne ancora non sa è che il destino sta per bussare alla sua porta. La sua esistenza, infatti, viene sconvolta il giorno in cui un Avo, creatura mitica e immortale, e un'assassina letale come poche altre al mondo, le fanno visita. I due hanno affrontato un viaggio pericoloso per trovarla e per chiederle aiuto. Un uomo assetato di potere, infatti, sta mettendo insieme un esercito mai visto prima ed è più che mai determinato a sradicare le fondamenta del loro mondo per ridurlo in cenere. Con il cuore ricolmo di veleno e la mano armata da una spada rubata, e potentissima, è pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Solo Corayne può fermarlo. Perciò la ragazza, accompagnata da un improbabile e riluttante gruppo di alleati, uno scudiero, un immortale, un'assassina e una strega, si avventura in una missione disperata. Ma proprio nel caricarsi il destino del mondo sulle spalle, imboccherà la strada per trovare finalmente se stessa e scoprire la magia che le scorre nelle vene.


RECENSIONE


Buongiorno a tutti!
Vi parlo oggi de Il Regno delle ceneri di Victoria Aveyard.
Si tratta di un romanzo che non vedevo l'ora di leggere ma che non sono riuscita a godermi appieno.

Mi sono trovata un po' in difficoltà con i diversi punti di vista. A livello narrativo non amo concentrarmi su troppi personaggi.
Si tratta sicuramente di un mio limite ma non sono riuscita a godermi i personaggi né a immedesimarmi nella loro pelle. Un vero peccato.

Molti personaggi cadono nello stereotipo, ma trattandosi di un fantasy non è una cosa poi così assurda. Anche la storia in sé mi sembra già vista e rivista.
Devo però spezzare una lancia in favore di Corayne, che mi è piaciuta un sacco tra tutti i personaggi - persino più di Erida e Sorasa che credevo avrei amato alla follia.
Forse perché non è la classica eroina dedita al sacrificio, senza macchia e peccato.
E' perfettamente umana, con i suoi enormi difetti che ce la fanno sentire vicina e la rendono reale.
Gli altri personaggi, come ho già detto, sono rimasti per me un po' sullo sfondo. Caratterizzati in modo un po' banale.

Tuttavia lo stile della scrittrice mi è venuto incontro, rendendo la lettura fluida e scorrevole.
Probabilmente sono arrivata alla fine più per questo che per la storia in sé - anche se sono sempre molto curiosa di vedere se certe cose sono davvero scontate come immagino o se ci saranno colpi di scena capaci di stravolgere l'idea che mi sono fatta di un libro.
Quello della Aveyard è uno stile ricco e capace di catturare il lettore, di tenerlo incollato alle pagine.

In conclusione, questa è stata una piacevole lettura, ma il panorama fantasy mi sembra così saturo di proposte, tutti simili tra di loro, che alla fine ho l'impressione di star leggendo sempre i soliti libri con un nome modificato qua e là.
E' un vero peccato.
Sono sicura che il libro sarebbe carico di potenziale ma proprio non riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione di visto e rivisto - sia a livello di storia che di personaggi.
Una delle cose positive è stata l'ambientazione.

Ormai l'avete capito che amo le ambientazioni, vero?
Ovviamente non potevo farmi scappare un piccolo approfondimento.
Siccome faccio abbastanza schifo a riconoscere le culture e associare quelle del romanzo al loro corrispettivo nel nostro mondo, ho fatto un po' di ricerche e adesso ve ne parlerò.

La prima impressione che ho avuto è che Allward si ispirasse sì al nostro mondo, ma ad una versione medievale di esso ed avevo ragione.
Quindi sì, è ispirato al mondo che conosciamo ma non del tutto.
Victoria Aveyard stessa ci fa notare che i riferimenti al mondo reale non sono proprio esatti, visto che Allward è comunque un luogo immaginario, caratterizzato da una propria società e una cultura ben distinte dal mondo reale.

La Aveyard ci fa notare che più che guardando il mondo di oggi, dovremmo guardare una mappa del diciottesimo secolo dell'Europa medioevale, del Nord Africa e del Medio Oriente.
Noteremo quindi che Siscaria è molto vicino al Regno di Napoli, al Regno di Sicilia e allo Stato Pontificio, anche se si nota una forte influenza spagnola in tutto ciò.
Ibal è invece simile al Sultanato fondato da Saladino, che incorporava parti dell'Egitto moderno, della Libia, del Levante e della penisola arabica. 
Tyriot si allinea invece con la Grecia.
Sardos con l'Algeria e il Marocco (con un po' di influenza Cartaginese). Inoltre, ci sono alcune città commerciali di Tyri, come Aegironos, sulla costa di Sardosan, quindi è chiaro che ci siano molti incroci tra questi due regni e culture nel mondo. 
Larsia è invece stata influenza sia dalla regione dei Balcani che dalla Turchia.

In conclusione i Regni di Allward sono immaginari e non rappresentano in modo preciso una nazione del mondo reale, senza contare che le nazioni di oggi sono molto diverse da come lo erano in un contesto medievale.
La struttura stessa della società cambia a seconda del periodo storico, lo sappiamo tutti. Cambia non solo in termini di confini ma anche di cultura, lingua e religione.









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