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Ambientazione: Fairy Oak. Il destino di una fata - Elisabetta Gnone

  BLOGTOUR:  Fairy Oak. Il destino di una fata - Elisabetta Gnone


TITOLO: Fairy Oak. Il destino di una fata

AUTRICEElisabetta Gnone

TRAMAUna nuova voce, quella dell’autrice, ci racconta la storia di Fairy Oak. Sa molte cose e moltissime ne svela, arricchendo il dipinto che ritrae il popolo della Valle di Verdepiano di dettagli assai curiosi e di nuove, inaspettate sfumature. Il nuovo romanzo di Elisabetta Gnone rivela tutti i segreti (o quasi) della comunità, buffamente assortita, che convive serenamente nel villaggio della Quercia Fatata. In questi anni all’autrice sono state rivolte tante domande e curiosità a proposito della saga, e ha pensato che un libro potesse colmare quei vuoti e risolvere quei dubbi che in tanti sentono ancora d’avere riguardo i suoi abitanti. Poiché l’autrice sa tutto di questa storia, ed è una voce fuori campo, può svelare segreti, entrare in dettagli e raccontare aneddoti e situazioni che i suoi personaggi non possono conoscere o riferire. Per esempio Elisabetta sa quando Grisam Burdock s’innamorò di Pervinca Periwinkle – il momento esatto – e quando il cuore del giovane inventore Jim Burium diede il primo balzo per la sorella di Pervinca, Vaniglia. Sa cosa pensò la fata Felì la prima volta che vide dall’alto il piccolo villaggio affacciato sul mare ed è soprattutto di lei che vi narra, del primo e dell’ultimo anno che Sefeliceleisaràdircelovorrà passò a Fairy Oak, e di quei pochi istanti in cui si compie il destino di una fata. Un destino comune a molti, come scoprirete...


BLOGTOUR:
L'ambientazione


La nostra storia è ambientata nella valle di Verdepiano, per la precisione nel piccolo e pittoresco villaggio di Fairy Oak, un luogo che sorge attorno ad una quercia fatata, capace di parlare, e in cui vivono Nonmagici, maghi e streghe.
I Nonmagici sono semplicemente umani privi di poteri, mentre i maghi e le streghe si dividono in Magici del Buio e Magici della Luce.
Una divisione antica come il mondo, alcuni direbbero anche un po' scontata, ma non è certo netta come tutti potremmo pensare.
Buio e luce non possono esistere l'una senza l'altra, la luce crea e il potere distrugge, il ciclo vitale. Entrambe sono essenziali e complementari.
Fairy Oak è villaggio pacifico in cui i bambini, maghi e streghe, hanno una piccola fatina che serve ad accompagnarli fino all'adolescenza, guidandoli e supervisionandoli.
Infatti durante la storia facciamo la conoscenza di Felì, Sefelicetusaraidirmelovorrai, la fatina alla quale sono affidate le cure delle gemelle Vaniglia e Pervinca Periwinkle, ed è proprio attraverso i suoi occhi che ci viene mostrato questo mondo fantastico.
Parlare dell'ambientazione è una delle cose che amo di più, perché è un elemento inscindibile dal romanzo, è viva.
La cosa che più mi ha colpita è il grande spazio che viene dato alla natura e al rapporto dei personaggi con l'elemento naturale.
Io ho la fortuna di vivere in una valle meravigliosa, ancora incontaminata, circondata da boschi, valli e alte montagne.
Tuttavia sono sicura che non tutti hanno questa fortuna, che molte realtà urbane sono fatte di cementi e poco verde, che le escursioni in montagna non sono all'ordine del giorno, che si fanno d'estate e nei weekend.
Elisabetta ci apre una finestra su un mondo verde e rigoglioso, fatto di bellissime piante che danno i nomi ai suoi personaggi e di creature che chiamano amici, piccole bestioline del bosco e compagni fedeli.
Ci troviamo in un mondo incontaminato dalla tecnologia, libero dagli schemi ai quali siamo abituati.
L'intera valle di Verdepiano si mostra ai nostri occhi, schiudendosi con la delicatezza di un fiore in boccio.
Ci affascina, ci cattura, non ci lascia più andare e ci fa sognare di vivere proprio lì, assieme a Vaniglia e Pervinca, dai boschi, al villaggio, fino alle valli per poi arrivare in riva al mare, tra sabbia e onde gorgoglianti.
L'intero mondo progettato da Elisabetta ci fa capire quanto profondo sia il suo legame con la natura.
Ogni scrittore mette un po' di sé nei propri romanzi e la Gnone ha sicuramente inserito tra le pagine di questa storia il suo amore per la natura ed i suoi molteplici aspetti, tra quelli più fantastici e i più spaventosi.







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