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La Sindrome di Didone (Vol.2): Superbia - Christina Mikaelson

  «Anche lui si sarebbe protetto da se stesso, se avesse potuto.»

REVIEW PARTY:  La Sindrome di Didone (Vol.2): Superbia - Christina Mikaelson 


TITOLO: La Sindrome di Didone (Vol.2): Superbia

AUTRICE: Christina Mikaelson 

TRAMARoma 2006.

Caterina e Adriano hanno raggiunto una tregua, entrambi sono venuti a patti con l’attrazione che provano l’uno verso l’altro, ma non hanno ancora rivelato a nessuno la verità sulla loro finta relazione. Intanto, però, il rapporto tra Leonardo e Beatrice inizia a incrinarsi e questo rischierà di intaccare i delicati equilibri che si sono stabiliti.

Anche gli altri personaggi, intrecciati in maniera indissolubile ai protagonisti principali, dovranno fronteggiare le loro insicurezze più profonde.

Superbia, il secondo volume della trilogia, si addentrerà sempre di più nei pensieri e nei sentimenti dei ragazzi del liceo Giulio Cesare, raccontando i loro sogni e le loro debolezze.


RECENSIONE


In La Sindrome di Didone: Superbia ritroviamo i personaggi che avevamo conosciuto sin dalle prime pagine del primo volume.
Ovviamente ci sono stati degli eventi che hanno cambiato le dinamiche all'interno del gruppo.
Mi sono piaciute molto le evoluzioni dei personaggi e delle loro storie.
Soprattutto ho amato scorgere qualcosa di più attraverso i vari PoV, che non hanno affatto decentralizzato l'attenzione da Adriano e Caterina.
Lo stile è impeccabile ovviamente. Ero già abituata allo stile dell'autrice ma è d'obbligo ribadirlo.
Ogni pagina scorre fluida e veloce - anche troppo perché l'ho letteralmente divorato - portandoti a divorare capitolo dopo capitolo.
Non amo molto i flashback nei libri.
In qualche modo ho l'impressione che non siano in grado di far progredire la storia, che ti facciano lo sgambetto e ti blocchino.
Devo però ammettere che in questo volume sono stati usati in maniera molto piacevole. Ho avuto la sensazione, sin dal primo flashback, di star quasi guardando un film o uno di quegli anime che ho amato fin da piccola.
Non è facile saperli usare in modo così fluido, facendoli diventare una parte vera e propria della storia anziché uno spiegone.
Ovviamente il finale mi ha lasciata con una marea di domande.
So che l'attesa sarà una tortura ma non posso che spezzare una lancia in favore del libro proprio per questo: qualcosa che ti lascia affamato, che ti coinvolge così tanto da farti desiderare di gettare via il kindle dalla frustrazione, è qualcosa di ben costruito.
E' questo che cerchiamo nei libri: emozioni.






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