Oggi facciamo un tuffo nel passato con Istorii Sankt'ya ovvero Le vite dei Santi di Leigh Bardugo.
Farò qualche piccolo spoiler, quindi attenzione se non avete ancora terminato la trilogia - ma esiste qualcuno che non l'ha fatto?
Comunque, è stato un vero onore per me poter leggere in anteprima e in lingua italiana questo fantastico libricino.
Ringrazio le mie compagne di Review Party e la Mondadori per avercelo fornito.
Avevo già acquistato The Lives of Saints all'uscita in lingua originale, visto che, come ormai saprete, amo incredibilmente tutto il Grishaverse e nutro un grandissimo amore per Alina.
Una cosa sorprendente per la sottoscritta visto che tendenzialmente detesto le protagoniste dei romanzi che leggo.
Non so perché ma Alina ha sempre suscitato in me una forte empatia, è un personaggio che sento molto vicino e che non posso non continuare ad amare nonostante sia passato ormai diverso tempo dalla conclusione della sua storia.
Ma adesso parliamo de Le vite dei Santi.
Si tratta di un libro molto leggero, conta infatti pochissime pagine e a prima vista ha l'aspetto vero e proprio di quel libro rosso che vediamo anche nella serie tv - quello che l'Apparat consegna ad Alina quando si trova a palazzo, avete presente?
Durante la lettura dei romanzi quante volte abbiamo sentito nominare la Istorii Sankt'ya desiderando di averla tra le mani e poterla sfogliare?
Finalmente ce ne viene data l'occasione e non delude assolutamente le aspettative.
Tra le sue pagine possiamo trovare le storie di quei Santi che abbiamo solo sentito nominare e mai approfondito.
Ritroviamo anche il famosissimo capitolo dedicato al fabbro d'ossa: Sankt Ilya in Catene, ovvero Ilya Morozova, e possiamo vedere l'immagine che Alina scrutava alla ricerca dei tre amplificatori: il cervo, l'uccello di fuoco e il drago marino.
In Assedio e Tempesta ho fissato per quasi mezz'ora l'immagine di Sankt Ilya, immedesimandomi in Alina e nella sua ricerca degli amplificatori. E' stato veramente bellissimo poter avere l'immagine di cui si parla tanto, letteralmente a portata di mano.
Ha reso la lettura molto più reale.
Ogni capitolo è stato interessante, ma devo ammettere che in particolar modo ho amato leggere il capitolo dedicato a Sankta Alina della Faglia.
Mi ha fatto sorridere leggere le testimonianze di persone che la vedono come una vera e propria santa, quando noi sappiamo che i Santi sono Grisha e che Alina non aveva proprio niente di Santo e che rifiutava lei stessa tale definizione.
Dopo il capitolo di Sankta Alina ne troviamo un altro dedicato al Santo Senza Stelle, patrono di chi cerca la salvezza nell'oscurità.
Un velo di nostalgia mi è calato addosso quanto ho letto questa parte, ben consapevole che il Santo Senza Stelle è anche un Santo senza nome e che rimane una persona sola che conosce il suo vero nome.
Aleksander Morozova.
L'Oscuro è stato un personaggio che ho amato più di qualsiasi altro personaggio nella storia dei libri.
Mostruoso e umano al tempo stesso, fragile e potente, inarrestabile e fallibile.
In parte sono felice che ci sia un capitolo per lui, che comunque verrà ricordato e che non per tutti è un mostro.
Ho amato anche il capitolo finale, quello dedicato alla Santa del Libro che ha redatto Le vite dei Santi.
L'ho trovato bellissimo, con il suo alone di mistero e nostalgia, tristezza e profondità ma anche, al tempo stesso, con la sua chiarezza su chi sia la figura che ci sta parlando.
La somiglianza con Leigh Bardugo è stata per me istantanea.
Si tratta davvero di pochissime righe, scritte con una maestria tale da colpirti dritto al cuore e restarti dentro.
In conclusione posso dirvi che Le vite dei Santi è un vero e proprio tuffo nei ricordi, un modo per tornare a Ravka e sentirsi di nuovo parte del Grishaverse.
E' un ponte tra noi e i Santi, tra verità e mito. Sicuramente non può sfuggire agli amanti del genere.
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