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Le impure - Kim Liggett

    Nessuno parla mai dell’anno di grazia. È proibito.

REVIEW PARTY:  Le impure - Kim Liggett


TITOLOLe impure

AUTRICE: Kim Liggett

TRAMANella Garner County, tutte le ragazze, al compimento del loro sedicesimo anno, vengono bandite dalla comunità e obbligate a vivere nella foresta per un anno, affinché sfoghino la loro magia nella natura selvaggia per poi tornare nella civiltà, sempre che sopravvivano, purificate e pronte per il matrimonio. Nella società patriarcale in cui sono cresciute, infatti, si è convinti che a quell’età le ragazze abbiano il potere di persuadere gli uomini ad abbandonare i loro letti coniugali, di far perdere la testa ai coetanei e di far impazzire di gelosia le mogli. Si crede che la loro stessa pelle emani un forte afrodisiaco, l’essenza potente della gioventù, delle ragazze sul punto di diventare donne.


Tierney James, però, non si sente potente. Né si sente magica. Ma, questo sì, sente che dietro l’esperienza che la attende si cela qualcosa di più spaventoso dei pericoli nascosti nella foresta o dei bracconieri pronti a rapire lei e le altre ragazze per ucciderle, farle a pezzi e venderle al mercato nero. La minaccia più grande e terribile potrebbe arrivare proprio dalle sue compagne di sventura, ma Tierney non è disposta a subire passivamente la sorte che le è stata assegnata…


RECENSIONE


Buongiorno readers!

Sono qui oggi a parlarvi e presentarvi un romanzo che mi ha letteralmente rubato il cuore: Le impure di Kim Liggett.

Avrei preferito che il titolo rimanesse The grace year o che venisse tradotto con L'anno di grazia, ma questa è una mia piccola e personalissima preferenza che non incide assolutamente sulla storia o sul suo contenuto.

Vorrei ringraziare la casa editrice per la copia e le ragazze che hanno organizzato l'evento. 

Si tratta di ringraziamenti davvero sentiti perché altrimenti non credo avrei mai preso tra le mani questo romanzo, decidendomi a leggerlo.

Sarebbe stato un peccato mortale perché è una lettura che mi porterò dentro per sempre.


Che dire, quindi?

L'ho adorato con ogni fibra del mio essere e sarà molto difficile parlarvene - perché è sempre difficile parlare di qualcosa che si è amato tanto. E' molto più facile esporre i difetti di qualcosa che non ci ha convinto in pieno e sezionarli uno per uno.

Non che Le impure sia un romanzo perfetto. 

Ci sono alcuni punti che mi hanno fatto storcere il naso ma nonostante questo la sua bellezza è innegabile e anche il modo in cui mi ha coinvolta: leggere qualche pagina era il mio primo pensiero al mattino, il desiderio costante del pomeriggio e l'ultima cosa che volevo fare prima di addormentarmi.

Come avrete capito dalla trama si tratta di un romanzo distopico, un genere che si sposa perfettamente ai miei gusti e del quale leggo davvero poco ultimamente.

Potrei dire che Le impure è una sorta di crossover tra Il racconto dell'Ancella e Hunger Games. Veste le brutalità di un mondo maschilista come il primo tra questi due romanzi e ci mostra ragazze disposte a compiere atrocità indicibili pur di sopravvivere.

La cosa che mi ha infastidita di più, all'inizio, è stato supporre che si trattasse dell'ennesimo manifesto del potere femminile - una cosa che ultimamente viene esaltata in modo da risultare insopportabile.

Pensavo di avere tra le mani un altro romanzo in cui non si faceva altro che parlare delle donne e la loro perfezione, della superiorità di genere del sesso considerato "il sesso debole".

Personalmente non mi sono mai sentita il sesso debole e nonostante ci siano ancora molti scogli da superare per la parità di  diritti, mi sono accorta che molte donne sembrano non volere più una parità ma una supremazia di genere e non mi trovo d'accordo con questo filone di pensiero.

Ecco perché ho storto tanto il naso di fronte a Le impure.

Ovviamente non potevo commettere errore più grande!

All'intero del romanzo ci viene mostrato quanto le donne siano le vere nemiche di loro stesse.

Il potere maschile è tale in quanto le donne permettono che siano così, perché le donne sono invidiose di loro stesse, maligne e incapaci di coalizzarsi e quindi riscattare il loro destino - completamente definito dai padri e poi dai mariti.

Proprio come nella condizione odierna del "femminismo" - anche se definirlo tale mi sembra inappropriato -- le donne non odiano gli uomini quanto odiano le donne che non odiano gli uomini.

Una frase contorta, lo so, ma è lo specchio della verità per me.

Si tratta di una realtà, quella di Garner County, che sembra quasi realizzabile. per molti versi ho trovato qualche analogia con la vita Amish - ma sicuramente è solo una mia idea.

Durante la lettura assistiamo alla vita di queste giovani donne che per un anno devono allontanarsi dalla sicurezza del posto in cui vivono e liberarsi della loro "magia", la stessa magia che si dice abbia spinto Eva a macchiare di peccato il genere umano, facendole così mordere la mela.

Le ragazze devono affrontare il loro anno di grazia isolandosi nei boschi, alla mercé delle intemperie, delle malattie e della brutalità dei bracconieri che non aspettano altro che ucciderle e vendere i pezzi del loro corpo smembrato come afrodisiaci o cure miracolose.

Durante la lettura non riusciamo a capire se questa magia, di cui le ragazze sono colpevoli e della quale devono liberarsi prima del matrimonio, sia reale o solo mera speculazione maschile per giustificare l'attrazione che le donne esercitano su di loro.

Ci facciamo guidare e influenzare da Tierney, dai suoi pensieri e dalle sue idee. I nostri occhi sono sbarrati come i suoi ma non riusciamo a scorgere la verità, così come non ci riesce la nostra protagonista.

Ho amato che il romanzo fosse scritto in prima persona, ho adorato il grandissimo spazio che l'autrice lascia all'introspezione e alle descrizioni.

Nonostante sia considerato da molti deleterio ai fini della trama di un romanzo, ho amato anche le descrizioni fatte nelle prime pagine di questo mondo distopico così lontano ma, allo stesso tempo, così vicino al nostro.

Ero ingorda di informazioni, volevo saperne di più sulla contea e sui suoi abitanti, sui sobborghi e sui bracconieri.

Le impure mi ha toccato il cuore e me lo ha spezzato, per poi rimetterlo insieme in una nuova forma.

Le poche cose che mi hanno fatto storcere il naso si raggruppano sul finale: molte situazioni mi sono sembrate affrettate e costruite perché non c'era un altro modo per concludere la vicenda.

Alcune informazioni che sono arrivate sul finale erano chiare sin dalle prime pagine, non inaspettate come altre che mi hanno invece lasciata a bocca aperta.

Si è trattato di un finale dolce e amaro che mi ha pungolato il petto come un ago, insinuandosi sotto la pelle nello stesso modo in cui fanno le spine.


Consiglio il romanzo a tutti coloro che hanno amato Hunger Games e Il racconto dell'Ancella.

Lo consiglio a chi cerca un distopico diverso dal solito, a chi cerca emozioni e non ha paura di affrontare l'oscurità e ciò che si annida nell'animo umano.











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